DIARIO.padania(13)

Pioverà e ancora. Intanto c’era chi tentava riemersioni e ci restava, schiacciato da slanci propri e dall’auto-legittimarsi, con spasimi e febbre, per qualche output e certo più svantaggi, attesi eccome, ma tipo il male minore, come un ricamo sotto il ferro da stiro. Cercare sé sottocute, senz’ambire all’osso, è poco, forse. Era l’ultima chance essere lì? Proprio lì, dove s’assorbono in perle chiare le distanze e si secca il sangue di quanto non riuscimmo a passarci. Eppure pare ancora pieno di posti, di vuoto e d’ignoto, il mondo..

L’autogrill pullula di gesti della fame e d’interferenze incontrollabili, di fauci con le convulsioni, di battiti rumorosi. C’è un gelo d’artificio e c’è un giallo-zolfo e un po’ bile, che nessuno sa sfumare. Stavolta niente valeva la sosta. Via. Come vorrei esser libera dai nutrienti, da googlemaps, da gli sfoghi e le sapienze, dai motori, d’ogni tipo.

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