E’ tornata, Talestre. Forse perché la Notte davvero non può avere più riguardo per le tue meccaniche di resistenza, questa Notte che viene, scivola sotto ai lampioni, entra in casa, ti porta un espresso e riaccende il computer. Ti misura. Soppesa tutta la semplificazione che anche ieri hai inferto al mondo, poi gli abbagli che hai preso fra fitte radici e troppo alte visioni. Calcola lo scarto, ridisegna la tua curva del debito, domanda se non hai dubbi ulteriori, ora, su te stessa.
Viene, la Notte, fa cose che non capisci bene e poi sceglie un punto nella muraglia di grotte, terribile e magnifico, interno ed esterno, gelido e tiepido: è da lì che ti mostra il peggio di te, assicurando che sei proprio tu quel groviglio. E come non crederle..
Ti risucchia, la Notte. Non le sopporti più le sue grinfie, né il dileggio, le accuse. Ti dice che ci sei del tutto implicata, nello sfacelo che lamenti, quello contro cui t’accanivi ieri e che neppure domani riuscirai a far un poco vedere, a nessuno. Nervo annodato, impulso spavaldo, fuoco vanesio, Prometeo-te, gialla, nera: È TUTTO VERO, dici.
Mette a distanza ogni altro, la Notte, e sembrerebbe per sempre. Ti separa anche da te, che ormai le stai dentro, come dannata in quel chiudere ancora lo stesso minimo giro di orme, con lividi nuovi su fianco e ginocchia. Così ti prepara il terzo caffè. E avevi appena trovato il sollievo d’un buon veleno d’incenso – combustione, guardarla dentro, il fumo, spettacolo del finire, un toscano ormai secco. Vibra l’azzurro sotto la moka.
Quindi corre a l’ultima stanza, la Notte. S’acquatta un momento, incide con le dita la spanna di polvere su il tuo lavoro interrotto e il pacchetto di buone intenzioni, riattiva il modem, poi esce, smuove l’alloro, ne manda il profumo. Cede qualche segno al sole di domani, ché già è, domani – e quanto s’allunga questa estate. Poi risale il palo della luce, quasi ridendo, mentre ti sputa fuori, in schegge che il crepuscolo spegne all’istante.
Le auto sulla statale si fanno sempre meno rade e veloci. Diverse le finestre che s’aprono, a espellere un gran caldo insieme a gli odori di ogni sonno accolto, qualche onirica vicenda e vecchie liste della spesa. Scopri voci basse in un giardino; riconosci quella della bambina prima che uccelli invisibili le coprano. Già c’è gente in giro: in tanti di nuovo dente a dente dentro a gli ingranaggi. E’ in piedi anche Talestre, ha aperto le persiane. Sorride; erano anni che non si degnava.
affascinato. Hai fatto dell’insonnia una piccola arte e della Notte la responsabile dei tuoi stessi gesti, l’hai personificata (quasi ti psicoanalizza scovando il punto debole della muraglia) e animalizzata (scivola sotto i lampione, entra in casa, annusa e occupa le stanze) ma soprattutto ne fai una controparte rigorosa e perfida che non ti fa sconti.
ottima scrittura, ottima interpretazione.
ml
sì, con la Notte ho un rapporto complicatissimo. Grazie di cuore ml, la tua attenzione mi commuove..
L’ho conosciuta l’insonnia. Mi ha tenuto compagnia per mesi e mesi qualche anno fa, l’anno in cui per vie che ancora mi sono misteriose ho chiuso il lungo capitolo della mia vita in Sardegna e sono tornata a “casa” e non per caso la parola è tra virgolette. E’ stata tutta una lunga notte quell’anno. Tremendo. Poi è passata. Ed è passata l’insonnia. Alla fine tutte le notti cedono al giorno prima o poi. Questa è almeno la mia esperienza. Inutile dire che questa tua notte insonne l’hai raccontata in modo mirabile. E poteva essere diversamente? 🙂
ho conosciuto anche degli insonni felici – si fa per dire. A me l’insonnia rincoglionisce parecchio e per fortuna come arriva così se ne va. A volte dura settimane, a volte solo qualche giorno, ma mai è stata un grossissimo problema. Sono contenta che a te sia passata, se t’ha reso quell’anno tremendo. Dev’essere stato un anno importantissimo, comunque..
Direi proprio di sì. Consiglio (se non l’hai ancora provata) prova a usare la melatonina. Certe volte funziona!
poeticissima… epica, senza destino, con un destinarsi ‘a tatto’ e visione nell’ascolto cognitivo della notte ‘fiera’ che invade… è una battaglia tra due corpi notturni… svegli al notturno ambientale…
“Vibra l’azzurro sotto la moka.” è un “taglio” debordante tra realtà
eccomi… niente da fare: le notifiche di wp continuano a non segnalarmi molti dei vostri articoli. Ma eccomi… E’ sempre un buon tempo per ritrovarsi..
ritrovarsi forse non ha bisogno del tempo. Grazie.
concordo, si!