Due docce saltate, ben due, provando a serbarmi addosso il Semplice che aveva inondato da un fianco la mia notte. Poi, però, ieri, caddi immersa nel torbido dell’Adriatico e tra le sue schiume, seguita a piccole spinte dal sole basso nella sera che sale. Era la prima volta, dopo un anno, ed è stato come all’improvviso sentirmi riportare a un’origine, dove stava da tempo già accartocciato ogni esito. Era un’interminabile apnea, sotto la frontiera dei resi, delle mani tese. Era l’odore del pane e non fa ancora giorno, poi un fiore minuscolo al vento, con strati di storie a incresparsi persino sotto al più lieve dei colpi. Era il fragore della morte incastrata tra le gonne, e il bianco indossato per niente a caso. Erano nervi mai più distesi, il cappuccio scuro sulla voliera, poi il verde quasi ovunque ancora acceso, qua. Erano pure le vene d’argento dei campi, con dentro acqua dolce e innocenza: d’un cane furente, d’un foglio da scrivere, del peso che fan le parole e di tutti, tutti quanti i mali, i nostri. La pelle adesso è secca, di sale. E la doccia così fredda..
Ti ho pensata tanto. Sono felice di leggerti ancora
Ciao Mela..
Il pensiero sempre. Poi si prova a tornare. Ma chissà..
Senza forzare. Magari tornare serve come anche no, però si può provare..
Acqua e sale. Bacio.
Oh sí, mi ricordo benissimo dell’Acqua-e-sale..
mancavi… qui in wp, dico… anche se restavi…
Dora, cara.. Mi perdevo qui, esponendomi a Chi, e anche in continuazione mi trovavo – uguale e nuova – negli incastri di parole di Alterità tra le più preziose mai incontrate. Però m’era così bastevole da sentirlo irreale. Ora no so..
vorrei dirti che m’accade, ogni giorno, e che ogni giorno mi chiedo, poi resto, a volte andando…
Notte, T
Preziosa…
fai del primo bagno di stagione una cerimonia intima, appena sussurrata.
ml
che piacere ritrovare anche te..
un sorriso a te
ml