Passeggiata

(La notte vasta, i passi lenti, brevi – pigri, i miei, e lo sguardo pure.
Dimmi da dove venivamo, ché vedo più niente).


Un cane grasso porta una donna insonne tra le aiuole – e i fiori misti a tre colori un po’ ondeggiano, un po’ s’aggrappano più forte alla luce del lampione, come fosse un’altra vita garantita. Una coppia s’attarda dicendosi cose – lei parla con concitazione, il volto serio; lui guarda avanti, fisso, a volte risponde. Altri due sciolgono l’intreccio di braccia – ha la giacca da abbottonarsi, lei. Tre ragazzi fumano sopra i gradini – uno ride. Sono già senza scarpe. Tutti in ciabatte, come al mare. Non piove quasi più. Un uomo, al riparo dei suoi averi messi a barriera, s’è sistemato sotto al Candiani – porta laterale. Il suo trolley nero è consunto e stracolmo. Il suo carrello portaspesa ha la scritta Woodstock e a me sembra un vero segno. E’ ben chiuso, ma strapieno anch’esso. Le caviglie sono scoperte, un polpaccio pure. I calzini semi bianchi, corti, di spugna allentata, coprono solo il lungo piede, e i calzoni, si sa, si tirano su, s’attorcigliano alle gambe sempre un poco, nel dormire.

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