sono entrata in decine e decine di case senza odore. Un centinaio. Sale da pranzo, cucine, stanze della nonna, camerette di bambini che hanno bucato da un pezzo il soffitto. Case tristi, o in qualcosa gaie, modeste, o schermate dal chiaroscuro tra pregio e agio. Ho applicato il regolamento, ho controllato. E ho fatto semplificazioni, correlazioni stereotipiche. Eppoi valutazioni. Ho dissacrato, da remoto. Fortuna la nebbia, stamattina. Vieni, nascondimi.