Dopo un secolo, raggiungo di nuovo la riva dove l’acqua, calma, mi risucchia in un girone di pace e di poche lontanissime voci (suonano, dicono niente) che soltanto un odore riesce a scomporre e che un ginocchio tutto da solo percorre, ripercorre, mentre l’altro s’inchioda ai resti di ieri. E siccome il sole stavolta non c’è, succede che ricomincio a inventare. Ecco, l’azzardo, di nuovo.
Anche il tuo blog mi dà sempre un senso di pace. E’ per questo che lo leggo e commento regolarmente da tempo immemore.