(Non c’era distanza)
Attraversasti il mio urlo, la scorsa notte, dal tuo letto molle in una stanza fredda. Eri perla nera sfaccettata da un lampo. Poi, spalancando un chiarore improvviso nello sguardo mai placato, esondasti – febbre, dolore al petto, tutta la ribellione di un’infanzia che torna. Furore. Ti accarezzo. Sei il calore sotto i capelli, la parola e il sacrificio, mani che ricordavo diverse. Lamenti che qui il destino è tutto un perdere, continuo, sì. Ma poi diventi sorriso, quella ineguagliabile pace.