Nerissimo, lo scarabeide avanza tangenzialmente al mio occhio sinistro, verso un nascondiglio forse, tondeggiando lento, pieno com’è di foglie di basilico e mentuccia. Ci ho parlato. Continua a leggere “Uno scarabeo, noi, e l’alloro.”
Nerissimo, lo scarabeide avanza tangenzialmente al mio occhio sinistro, verso un nascondiglio forse, tondeggiando lento, pieno com’è di foglie di basilico e mentuccia. Ci ho parlato. Continua a leggere “Uno scarabeo, noi, e l’alloro.”
– Qui si tratta sempre di fare, fare. Eppure l’argomento noia viene fuori spesso, nei discorsi di tutti, perché ora ci sarebbe tempo libero a volontà: macché!
– Hai ragione. Cos’è la noia, poi. Continua a leggere “Fare”
Di scarsa portata era qui il fiume, e io uguale. Avevo solo carezze leggere: agli argini, Continua a leggere “fiume mare”
Stamattina Angela di nuovo compone l’elenco dei suoi dolori, come spesso, come fosse un canto, e cioè il dono, mentre io sorrido, perché per me ora c’è invece solo un gioco, che valga la pena, ed è tacerli, i dolori, preservarli il più a lungo possibile così, contenibili come sono. E lo sono, contenibili, sennò mica ci sarebbero nati dentro. Un poco mi fa sorridere anche che il suo viso sia tutto incorniciato di goccioline e che queste vadano poi a compattare le ciocche basse della messa in piega del Venerdì, con lei che s’asciuga ogni tanto con un lembo della parannanza evitando di passarlo nei capelli, per non disfarli. Mi fanno sorridere anche il reggipetto-armatura e il busto semi rigido indossati sotto la maglia fattasi stretta e sbiadita, che sembra esser stata rosa. Continua a leggere “DIARIO.padania (99)”