DIARIO.padania(70)

Avere bisogno di una farmacia alle nove e mezza di sera, a Milano, è un’esperienza fantastica: la immagini, esci, la trovi, è aperta. Tre volte ne ho avuto bisogno in tutto – nel giro di diversi anni, vabé – ed è sempre andata così. Poi al banco ho sempre trovato persone con le palle girate, ma questo è un dettaglio. Ci sono dettagli in gran copia a ricondurti alla mente il cliché del milanese imbruttito e allora dici: CHI SA SE S’IMBRUTTISCONO TUTTI-TUTTI ALLA FINE.. Ogni volta che mi chiedo se ci starei per più di qualche settimana di seguito, ripenso alla prima volta che dovetti restarci per parecchi giorni. Era sul finire di un’estate e m’atterrò scoprire che certi punti sono pregni dell’odore che fanno certi deodoranti  da sotto le mezze maniche di abiti sintetici. Sembra una questione da poco, ma c’erano di mezzo quasi tutte le mie convinzioni democratiche. Nel tempo, poi, ho imparato a immaginare l’abolizione dei pianerottoli dei condomini, a desiderare ardentemente ascensori che sbuchino direttamente negli appartamenti.  Metti questo palazzo, per esempio, una dozzina (o sono tredici, o di più?) di pianerottoli  uno sull’altro frequentati al di là d’ogni aspettativa: la gente vi sosta a lungo per aspettare l’ascensore, per dare o togliere un numero esagerato di mandate alla serratura, per gestire le borse della spesa et similia. Quindi si muove, produce rumori addosso alla tua porta d’ingresso che dà sul tuo tavolo o sta affianco al tuo letto, poi risponde alle domande dei bambini e, sovente, parla al cellulare, e blablà a voce alta, magari con un timbro che ti procura un fastidio enorme già di per sé. Si parla di questioni organizzative, più che di altro, ma certo non mancano i cazzi propri. Oggi, per esempio, è stato divertente: per ben due volte ho sentito dare istruzioni lunghe e ripetitive al genitore presumibilmente anziano su come gestirsi la sindrome influenzale e, in entrambi i casi, la conversazione si è chiusa con avvertibile perdita di pazienza, palesata poi liberamente a telefonata chiusa – e si trattava di due voci diverse, eh. A proposito di abitazioni, sono appena stata informata che è saltata un’altra visita di possibili compratori de la-casa-in-vendita: l’agente immobiliare era finita al pronto soccorso. Forse il Caso sa che non è il caso per me cambiare casa per tornare a stare in un condominio, ché ho già poco equilibrio di mio e certi disagi mi tolgono lucidità. Ma ero venuta su questo post per appuntarmi di una cassiera, ché anche le cassiere sono un punto abbastanza fermo, nella mia percezione di questa città. Ebbene, questa aveva un comportamento che m’è capitato di riscontrare più volte nei piccoli supermercati: era di quelle che parlano come tra sé approfittando dei tempi morti per buttare all’improvviso gli occhi proprio su te che sei in fila.  Tu, che non capisci cosa stia dicendo, né sei certa che lo stia dicendo proprio a te, dopo aver fatto finta di niente per un po’ chiedi: COME? E ti viene ridetto qualcosa, che non capisci, ancora, e allora sorridi aspettando un’evoluzione naturale della situazione, che però non ci sarà, perché lei fa così sempre: parlotta e interpella con lo sguardo, senza aspettarsi vera partecipazione, anzi, forse non la desidera proprio. Sarebbe andata uguale anche stavolta, solo che non mi sono prestata e le ho chiesto e richiesto di ripetere quanto aveva detto, finché: SONO CAMBIATE LE COSE. ADESSO CONTROLLANO TUTTO. PRIMA NON CONTROLLAVANO NIENTE: DA UN ECCESSO ALL’ALTRO, DA QUANDO C’E’ STATO IL FATTACCIO. Non so di cosa stia parlando, ma il cliente che mi precede sta pagando con undici buoni pasto e li sta firmando uno ad uno, forse si riferisce a questo. Allora faccio: PAZIENZA, e lei: PAZIENZA, PAZIENZA, NOI DOBBIAMO AVERCELA PER FORZA, MA LEI NE HA, DI PAZIENZA? Taccio, e subito decido di far finta di capirla al volo, d’ora in avanti, mentre lei seguita a parlare. Però gliel’ho detto alla fine, mentre imbustavo la mia spesa: LEI FA GRANDI DOMANDE. E’ rimasta impassibile.

19 pensieri su “DIARIO.padania(70)

  1. situazioni d’attesa e d’ascolto in una Milano che, forse, non vedrò mai… mi ci hai fatto, inconsapevolmente, ripensare… sarei potuta nascere proprio lì…e no.. ci sarei potuta passare tante volte e no… una ci fui di ‘annuso’ con l’auto e via… e mica per qualche volontà mia… Mi ricorderò di questo tuo scritto se mi capitasse finalmente di starci per un po’… eh si!

    1. ti avevo scritto una risposta ma non compare.. Dicevo che Milano è stimolante, in molti sensi, e ti esortavo a capitarci. E starci per un po’, appunto 🙂

    2. a volte wp sta mandando in spam i commenti
      nel mio sito ogni tanto ne recupero qualcuno
      si, credo ci passerò nel corso dell’anno
      ho degli amici a Como e da quando si sono trasferiti non sono mai salita io a trovarli
      potrei unire le due cose 🙂
      grazie, T
      sempre immensi i tuoi scritti viventi per me
      grazie…
      Notte buona per te!

  2. gelsobianco

    Grande il dialogo con la commessa.
    Sei brava davvero!

    Eppure ci sono palazzi a Milano dove le persone non si fermano mai per dire una parola… C’è solo un appartamento per pianerottolo.
    Vogliono solo essere guardati e ammirati… Ognuno ha la sua firma da mostrare…

    Quante Milano abbiamo!

    E’ molto interessante leggerti.
    Grazie
    gb

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